Adenoidi e tonsille nei bambini, quando è necessario intervenire

L’ipertrofia adenoidea è tra le principali cause delle difficoltà respiratorie soprattutto in età pediatrica. Ma non sempre l’intervento risulta essere la soluzione migliore perché questi organi rappresentano una barriera contro i microbi, anche negli adulti

Soprattutto nei bambini sono molto frequenti le infiammazioni di adenoidi e tonsille, associate a gonfiore e difficoltà respiratorie. Ma questi problemi possono essere transitori e la chirurgia non è sempre necessaria. L’intervento chirurgico ha rappresentato una pratica pediatrica molto diffusa i cui effetti post-operatori sono stati ampiamente studiati e arginati con tecniche sempre più avanzate. Oggi, in generale, l’orientamento terapeutico è di curare, con terapie mediche innovative e alternative all’antibiotico e ridurre al minimo indispensabile l’intervento chirurgico. Ciò nonostante in Italia si registrano ancora 60.000 tonsillectomie e adenoidectomie all’anno. Le terapie più utilizzate sono a base di farmaci che stimolano il sistema immunitario o immunostimolanti, antistaminici, e solo nei casi acuti i cortisonici.

DIFFICOLTÀ RESPIRATORIE. Le tonsille e le adenoidi formano un importante organo di difesa del tratto alto delle vie respiratorie. Il loro ruolo è quello, infatti, di captare le sostanze contenute nell’aria e stimolare dei meccanismi di difesa immunitari nell’organismo per la produzione di anticorpi. L’ipertrofia adenoidea non è di per sé patologica ma è la posizione in cui sono collocate queste formazioni di tessuto linfatico a renderle, alcune volte, dannose. Posizionate dietro le coane, le adenoidi possono rappresentare una criticità, ostruendo l’apertura dell’ostio della Tuba di Eustachio verso l’orecchio, e inducendo una respirazione orale patologica possono determinare anomalie di sviluppo del palato e della dentizione. La presenza di vegetazioni adenoidi rappresenta, dunque, una concausa dell’otite media secretiva. Infatti, l’ostruzione dell’ostio della Tuba di Eustachio, il ristagno a tale livello di secrezioni muco-purulente e lo sviluppo di una flora batterica patogena, potrebbe provocare inizialmente una insufficienza funzionale della Tuba con conseguente ipoventilazione della cassa timpanica (stenosi tubarica), che è all’origine dell’otite media secretiva che talvolta può essere complicata da perforazione timpanica e otorrea e che facilmente si trasforma nelle forme croniche dell’adulto otite fibro-adesiva, timpanosclerosi, colesteatoma.

LE ALTERAZIONI TEMPORO-MANDIBOLARI. La difficoltà respiratoria nasale comporta anche delle alterazioni dello scheletro facciale: il naso, escluso dalla ventilazione, ha un ritardo nello sviluppo e si presenta affilato, la volta del palato, perdendo permanentemente il contatto con il dorso linguale, che ne condiziona in gran parte il modellamento, assume l’aspetto “ogivale”, con conseguente malocclusione e modificazioni strutturali naso-maxillo-facciali responsabili del tipico aspetto della «facies adenoidea». L’ostruzione nasale e le alterazioni cranio-mandibolari richiedono la sinergia di vari specialisti esperti al fine di risolvere definitivamente il problema. Il team deve essere formato da un otorinolaringoiatra, un ortognatodontista, un osteopata, un logopedistan- e per le patologie sindromiche anche da un neuropsichiatra infantile, un pedagogista e un psicoterapeuta – che agiscono in armonia e progettano un percorso diagnostico che prevede diverse strategie in ambito terapeutico.

LE SOLUZIONI. Per prima cosa è indispensabile diagnosticare e curare eventuali infiammazioni croniche di tipo allergologico. Prescrivendo una corretta terapia antiallergica si riduce l’assunzione di antibiotico poiché si riducono gli episodi infiammatori ed inoltre nell’80% dei bambini non vi è necessità di intervento chirurgico, con totale remissione della sintomatologia. Solo nei casi in cui la terapia medica non funziona bisogna orientare il paziente verso l’intervento chirurgico. Le linee guida stilate dagli otorinolaringoiatri e dai pediatri hanno la finalità di sensibilizzare gli specialisti a introdurre e utilizzare nuove tecniche operatorie per ridurre i rischi post-intervento chirurgico. Negli ultimi anni, grazie alle nuove tecnologie, sono state proposte tecniche d’intervento alternative alla adenotonsillectomia per dissezione in sospensione a freddo. La tonsillectomia o la adenoidectomia mediante diatermia (a caldo) con il coblator o con il laser consente un’incisione dei tessuti più precisa, senza emorragie, senza dolore e una cicatrizzazione più rapida e priva di complicazioni. Inoltre, la convalescenza è più breve e i disagi per il paziente sono decisamente inferiori a quelli che seguono all’intervento chirurgico tradizionale.

DARIA CAMINITI
Pickline.it